domenica 29 dicembre 2013

Specchio delle mie brame

1
Che anno quel che ora corre via:
tra enigmi ardui e giochi di favella,
un uom ch’è scrigno vero d’alchimia
sorse d’un tratto nella vita mia.
O Muse, voi dall’Eliconie cime
grazia e vigor spirate a le mie rime.

2
Ei pria conobbi tra mentite spoglie,
qual Ninninedda di parol virtuoso;
ma tra stupore ver fin alle doglie
fui tosto vinto da segno imperioso
ch’ei tratto avean da mia madre stessa,
tal era simiglianza vasta e spessa.

3
Non perviamente vissi l’agnizione
ché l’amor proprio agogna l’eccezione.
E tuttavia ampliandone nozione
cresceva a dismisura suspicione
d’una medesimezza mera e fiera
che al vento garriva come una bandiera.

4
Mi colse poi crudel melanconia
per tema ch’ei al par di me soffrisse
l’istessa accidia, la misantropia
de l’ironia dell’aspra Apocalisse
ch’è tutto vano fuor che l’oro puro.
Ma l’oro puro poi è a tutti oscuro.

5
(…)

6
Poscia dubbi e timor fugò allegrezza
ché folleggiar per testi rilucenti
tra spume di parol fin all’ebrezza
volando l’onde e pure le correnti,
Ben molce l’alma e nutrica la mente,
Se duce Franco Chirico, sapiente.

giovedì 26 dicembre 2013

Happy Birthday alle #scritturebrevi di Francesca Chiusaroli


Nel genetliaco di scritture brevi,
Francesca Chiusaroli nostra diva,
Di noi sbandati, agognata riva,
Orniam di mille fiori lieti e lievi.

Lei ci raccolse or d’eterne nevi
Or da contrada callida o cattiva,
Con largo cuor e mente sì affettiva,
Sì con carezze che mai furon grevi.

Degl’estri multiformi vaghi e vari
S’ha da estrapolar la parte netta,
Sicché è virtù maggior l’esser avari


Ché sorte ben il bel da cruda accetta.
Per non tradir or quei precetti chiari,
Sol devesi brindar all’etichetta.



*Or ch'essa ha valicato monti e mari,
con segni e spazi e insuperabil Conte,
del second'anno festeggiam del pari

con un serto fiorito sulla fronte
di chi nel dì di bagordi nefasto
quel bel cancel cavò dall'orizzonte.


*(26 dicembre 2014, coda per la seconda candelina)

martedì 24 dicembre 2013

Si dolce è 'l tormento


Un bel dì rovistando cantate barocche, trovo un'Aria* che subito abbaglia come diamante iridescente, e nondimeno per qualità misteriose e rare. Dopo aver deplorato la mia crassa ignoranza che finora mi aveva privato di una simile indispensabile opera di catastematica bellezza, ne comincio ascolti molteplici, delibando il testo, nonché gli autori.
Del sommo Claudio Monteverdi (Cremona, 15 maggio 1567 - Venezia 29 novembre 1643) il genio è a tal punto noto, che nulla v’è da aggiungersi, ma più incerta è la fama dell’autore del testo, tale Carlo Milanuzzi da Santa Natoglia (Esanatoglia 1590/92 - 1647 ca.) compositore, organista e, dio ne scampi, sacerdote.
Chi vuol saperne quel poco di più che se ne sa, può compulsare Carlo Milanuzzi sul Dizionario Enciclopedico degli Italiani.
L'Aria è Si dolce è 'l tormento, pubblicata nel Quarto scherzo delle ariose vaghezze (Venezia 1624), una composizione di quattro strofe, ciascuna di 10 versi senari con schema metrico ababccbddb, dove b è un senario tronco, che ne assicura un ritmo scandito di patetica cadenza. La curiosità s’infiamma allorché scopro, con un provvidenziale colpo deretaneo, che il bellissimo incipit Si dolce è 'l tormento, Carlo Milanuzzi non l’inventa, ma lo riprende genialmente dalla canzone Sdegnasi il tristo cor talor, s’avviene di Baldassarre Castiglione, (Casatico, 6 dicembre 1478 - Toledo, 8 febbraio 1529) che l’autore del Cortegiano aveva ben celato in un endecasillabo:
E bench’io arda, si dolce è ‘l tormento,
che de le pene mie sol piacer sento.
Nella tradizione poetica le citazioni e i prestiti sono merce corrente, ma qui Milanuzzi con una destrezza degna di Arsène Lupin, mediante l’effrazione dell’endecasillabo a minore, ne ricava per refurtiva il diamante del secondo emistichio, compiendo un atto maieutico radicalmente creativo perché porta alla luce il senario nella sua naturale e finora ignota autonomia formale.
Poi Monteverdi con mirabile intuizione distende la melodia dei versi di Milanuzzi in una linea armonica continua, dilatata e rarefatta che mitiga le cesure dei troncamenti del testo, mantenendone appena l’eco, così da ottenere la sintesi sublimata di un delirio d’amore dolente e sommesso, sospeso tra speranza e tormento, come incandescente passione imprigionata nel ghiaccio.
Tra le interpretazioni disponibili, molte son belle, degna di menzione è senz'altro quella di Philippe Jaroussky, ma il vertice insuperabile è attinto da Anne Sofie von Otter che fonde in un unico registro emotivo testo, melodia e armonia, raggiungendo, com’è consuetudine per Anne Sofie, vette semplicemente sublimi, ciò di cui può rendere chiarissime testimonianze il valoroso pianista Dino C. da Brescia, uomo eccellente, ancorché mio sodale di passo.
Senonché lo stupore non cessa ancora, poiché Si dolce è 'l tormento finisce tra le mani sapienti e sensibili di Paolo Fresu e Uri Caine, che nell'obliquo chiarore delle stelle del jazz reinterpretano la delicata gemma, distillandone per rarefazione screziati bagliori ulteriori, così da ribadirne la misteriosa e prodigiosa fecondità intertestuale, ad ogni evidenza, inesauribile.
Ma bando a queste mie involute ciance più vaghe del vento, volgar guiderdone d’un tardivo cimento; ecco le musiche e il testo, che risarciranno i mie tre lettori per la smisurata pazienza che han dimostrato. Leggendomi.


*Un colto e attento lettore, a me noto solo come Simo Ing, mi ha provvidenzialmente informato che confondere una Cantata con un'Aria costituisce una fatale castroneria. Ho posto mano immantinente alle due indispensabili correzioni del testo, nella vana speranza d'essere risparmiato dagli strali di Monteverdi, nonché dal tormento tutt'altro che dolce per la riprovevole imprecisione. Chiedo la clemenza della corte dei tre lettori, e da ultimo, ringrazio Simo Ing, senz'altro.


Anne Sofie von Otter









Paolo Fresu e Uri Caine 







Testo
(versione attendibile ma non verificata sul codice originario)

Si dolce è 'l tormento
Ch'in seno mi sta,
Ch'io vivo contento
Per cruda beltà.
Nel ciel di bellezza
S'accreschi fierezza
Et manchi pietà:
Che sempre qual scoglio
All'onda d'orgoglio
Mia fede sarà.

La speme fallace
Rivolgam' il piè.
Diletto né pace
Non scendano a me.
E l'empia ch'adoro
Mi nieghi ristoro
Di buona mercé:
Tra doglia infinita,
Tra speme tradita
Vivrà la mia fè.

Per foco e per gelo
Riposo non hò.
Nel porto del Cielo
Riposo haverò.
Se colpo mortale
Con rigido strale
Il cor m'impiagò,
Cangiando mia sorte
Col dardo di morte
Il cor sanerò.

Se fiamma d'amore
Già mai non sentì
Quel riggido core
Ch'il cor mi rapì,
Se nega pietate
La cruda beltate
Che l'alma invaghì:
Ben fia che dolente,
Pentita e languente
Sospirimi un dì.

domenica 1 dicembre 2013

Pearl Harcor

La guerra di Silvio

Good Morning, Viet Nan.
Itagliani di terra, di mare e dell'aria: un'ora segnata dal festino batte nel cielo della nostra Patria.
Ricorda cara, è l'aratro che traccia il solco, ma è lo spacco che lo difende.
Se avanzo seguitemi, se indietreggio, beh non facciamo scherzi da spogliatoio, cribbio.
Tenente colonnello Daniela Kilgore delle Sante Hanke: «Adoro il profumo del napalm siliconato al mattino».
Schierare le avanguardie di truppe scelte a Omaha Bitch.
Urlo pitonico del Tenente colonnello Daniela Kilgore delle Sante Hanke: «À la guerre comme à la guêpière».
Infiltrare le linee nemiche con unità d'élite olgettine nella guerra con le cerbottane.
Marcia di guerra: Topalin, Topalin, viva Topalin.

Bibliografia
Sandr Von Bondausewitz: La guerra è la prosecuzione della politica con altri due pezzi;
Sandr Von Bondausewitz: Si vis pacem, para quellum;
Lao Tsa Tsa: Per chi suona la bandana;
Gaio Draculio Sallusti: Hic sunt lenones.

I dubbi del nonno in carriola

Quali sono i margini di lucidità nel governo della copula?



Colore verde bile, al naso muschio macerato e stallatico. Gusto allappante da rècere all'istante: Brunetta di Montalcino?

Il poeta dell’allegria onicofagica: Giuseppe Unghiaretti?

La letteratura sta a twitter come il testo sta al testicolo?

La pescivendola dei divi con banco a Campo de’ Fiori si chiama Lorella Baccalà?















La showgirl che si cospargeva di yogurt il lato B. è Pippa Grillo?

Il ganzo della pecora Dolly è George Cloonay?

Renato Brunetta Altissimo è un contraddittorio liberale?

Il bilioso rivale Miguel de Cervantes, gli ellenizzava in modo priapesco il nome chiamandolo: Penelòpe de Vega?













Zeta-Jones. L'orgia del godere?

Gli ospiti sfibranti regalano definitive esperienze letali?

Il più grande condottiero idraulico è stato Epam Inonda?

Zanzare. La citronella è di destra. La ciabatta è de sinistra. La racchetta elettrificata è Wimbledon. E i vaporizzatori a muro, sono attacchi suicidi?

La frattura del pene a guisa di contundente commento esclamativo di qualsivoglia evento?

Esercizi per amnesie e refusi. E un ircocervo

A guisa d'introduzione, un pedestre palindromo: «i dèi piedi».

Anagrammi
Le città invisibili: «Stinti cieli libava»
Giovanni Boccaccio: «In covi bacio gnocca»

Doppie letture
No lapis t'amai = No, la pista mai.
Se eteroclito ride molto a ma’ = Se etero, clitoride molto ama.

Pangrammi
Oh Franco, quali bei vizi postiamo oggidì?
Brama quieti ozi e vaghe sponde felici.

Variazioni
Lector in fabula, Umberto Eco
Lector in fabula, Ecco Umberto
Lector in copula: Michele Psello
Lector in copula: Ah verro è
Lector in copula: Hermann Hessere
Lector in crapula: Epacuro

La peau douce di François Truffaut
La peau pouce
Lapo douce
L’ape au douce

Panta rei
Panda rei
Panta nei
Penta dèi
Panta bei

Melodramnesie
La costruzione di un alone
Àncora tu
Presto con fuoco me lo dia
Vape in siero
Castra diva
Dilegua, o botte! Tramontate, stelle! All'alba mingerò! Min gerò! Min ge ròhoooo!
L'amore d'Alfredo pur esso mi manca, conforto, sostegno dall'anima all'anca.

Freschi di stampa
Le sere e il tempo ad Auschwitz di Martin Heildegger
La vita della mentula di Hannah Harenditi
La fenomenologia della spirita di Georg Wilhelm Friedrich Strhegel
Il crudo e il coito di Claude Levi-Strausskahn
Sequestro un uomo di Stoch Ohlm
Durée et simultanéité, à propos de la théorie d'Ogine Interruptus di Henry Bergsogni

Ircocervo

Chita Hayworth straordinaria interprete di Gildondolo e Sangue e altalena.

Tweettiadi 4/13

Cum ira et studio

Novembre 2013


Neurocapitalismi
 
Perfino Lapo El Kan s’impanca a guru.
Ma tra un lazzo e un apoftegma
Par ch’esali odor di perso smegma.

Sia pur che la follia non ha confini,
E nondimanco, al pastaro e barillato ceo
Niun negar potrà la fama di babbeo.

Spaghetti cannelloni ovver ditali,
Lasagne fettuccine e bucatini
Non usan compulsare genitali.


A Cernobbio Letta o Casaleggio
O Lagarde o il vil Brunetta
e se serve persino Berlusconi,
purché ai padroni non rompete li c.

Quaternari alla maniera di Gabriello Chiabrera
Ah Marina
Dal sembiante
Di gallina
Certamente
Qual zarina
Del demente
Prendi ‘l posto
Col cipiglio
Alto e fiero
D’un rigonfio
Calimero

Decameron, giornata quarta, novella quinta
Di Lisabetta amor ruinò sì presto,
Per cruda mano dei fratei  gelosi,
Sì che l’amar fu lacrimar s'un testo.

Stefano
E certo l’uccise e la sete e la fame,
Non le ferite e le botte nella notte,
E della legge il suo volto più infame.

Il Capitano
Pupi Javier Zanetti mio Tractor
Aleph d’amor del cielo e della notte
Di tanghi e fughe e brividi e passion

Ma la rosa di Courbet,
era adorna di un toupet?